Il capo dello Stato, nel giorno che rievoca la strage di via D’Amelio, ha speso alcune parole sul magistrato brutalmente ucciso dalla mafia.
Oggi, 19 luglio, è il trentunesimo anniversario della scomparsa di Paolo Borsellino, avvenuta in questa data nel 1992. Sono tanti i politici che in queste ore stanno spendendo alcune parole per mantenere viva e celebrare la memoria del giudice scomparso, oltre a dedicare pensieri agli altri poliziotti uccisi da Cosa Nostra e all’altro grande magistrato Giovanni Falcone. Fra questi, il più importante è sicuramente Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica.
“Nell’anniversario della strage di via D’Amelio – scrive in una nota il capo dello Stato – la Repubblica si inchina alla memoria di Paolo Borsellino, magistrato di straordinario valore e coraggio, e degli agenti della sua scorta che con lui morirono nel servizio alle istituzioni democratiche“.
La strage di via D’Amelio
Per Sergio Mattarella la strage di via D’Amelio è un “barbaro eccidio, compiuto con disumana ferocia” che “colpì l’intero popolo italiano e resta incancellabile nella coscienza civile“. Il capo dello Stato ha aggiunto che “il nome di Paolo Borsellino, infatti, al pari di quello di Giovanni Falcone mantiene inalterabile forza di richiamo ed è legato ai successi investigativi e processuali che misero allo scoperto per la prima volta l’organizzazione mafiosa e ancor di più è connesso al moto di dignità con cui la comunità nazionale reagì per liberare il Paese dal giogo oppressivo delle mafie. Borsellino e Falcone avevano dimostrato che la mafia poteva essere sconfitta“.
“Il loro esempio – conclude Sergio Mattarella – ci invita a vincere l’indifferenza, a combattere le zone grigie della complicità con la stessa fermezza con cui si contrasta l’illegalità, a costruire solidarietà e cultura dove invece le mafie puntano a instillare paura. In questo anniversario, desidero rinnovare i sentimenti di cordoglio e vicinanza ai familiari di Paolo Borsellino e degli altri servitori della Stato che pagarono con la vita la difesa della nostra libertà“.